Quattro nuove mostre sono state inaugurate al MaXXI di Roma lo scorso 13 dicembre, all’interno del primo museo nazionale dedicato a tutte le forme artistiche della nostra contemporaneità.
Tra queste, sembra essere di particolare spicco la nuova collezione di Design, articolata in cinque sezioni che esaltano l’attuale situazione del settore: dall’Industriale al collectible; dal digitale all’innovativa, fino a quella anonima. Lo scopo è di indagare le modalità di interazione e dialogo tra cultura, avanzamento tecnologico, innovazione estetica e movimenti globali attraverso le opere – tutte realizzate dopo il 2000 – di 13 studi e singoli autori, sospesi tra contemporaneità e proiezione verso il futuro.
Segue, fino al 26 maggio, l’esposizione di Aalto – Aino Alvar Elissa a cura di Space Caviar. Dedicata al celebre studioso finlandese, la mostra esprime l’idea del suo lavoro, che vede edifici e design vivere in perfetta sintonia con natura e uomo. Sono esposti 11 progetti dello Studio Aalto, scelti dall’intera attività professionale e disposti in modo tale da stimolare nell’osservatore diverse chiavi di lettura ed interpretazione.
Pippo Ciorra e Margherita Guccione hanno poi curato la terza esposizione, in mostra fino al 17 marzo: In collisione, di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Protagonista dell’ottava edizione del ciclo Nature – dove l’architetto coinvolto è invitato a progettare un’installazione site-specific nella sala Gian Ferrari- ribadisce alcuni degli aspetti più caratterizzanti del suo lavoro. L’idea del tempo come elemento di progetto, il movimento ed il miscuglio non replicabile di tecnica e arte, l’attitudine a far interagire spazio e materiali, la capacità di valorizzare l’esistente ne sono le cifre rappresentative.
Infine, a chiudere il nostro percorso, un omaggio a Jannis Kounnellis, artista che ha saputo modificare radicalmente il rapporto fra l’opera e chi la guarda. Curata da Luigia Lonardelli e visitabile fino al 30 aprile presso la bellissima Galleria 5, troviamo quindi Notte. Un progetto dal carattere profondamente connesso alle arti performative, che riprende le sperimentazioni con l’alfabeto realizzate da Kounnellis negli anni Cinquanta. Da ultimo, un riallestimento della sua opera per il chiostro di San Lazzaro degli Armeni (a Venezia) segna il passaggio tra dentro e fuori il Museo.