Sala, Gergiev condanni l’invasione russa o addio alla Scala

Il sindaco di Milano chiede al direttore d’orchestra di prendere posizione

Sala, Gergiev condanni l’invasione russa o addio alla Scala
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24 Febbraio 2022 - 19.37


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Questa mattina, durante un confronto con Luca Bernardo (ex candidato sindaco del centrodestra a Milano e consigliere comunale) sulla situazione in Ucraina, il sindaco di Milano e presidente del Cda del Teatro alla Scala Giuseppe Sala ha lanciato un messaggio forte e chiaro al al direttore d’orchestra Valery Gergiev, amico e sostenitore di Vladimir Putin che in questi giorni si trova alla Scala con “La dama di picche” di Čajkovskij: se il maestro «non prenderà una posizione precisa contro questa invasione», la Scala sarebbe costretta a «rinunciare alla collaborazione».

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Ad appoggiare Sala c’è anche Dominique Meyer, sovrintendente del teatro. «Di fronte a queste situazioni bisogna intervenire», ha dichiarato il primo cittadino, aggiungendo che qualora non arrivasse una dichiarazione da parte di Gergiev, “La dama di picche” in programma tra il 5 e il 13 marzo o non si terrà, o «si troverà un altro maestro».

Ieri sera, al suo debutto al Piermarini, il direttore d’orchestra ha ricevuto qualche sporadico «buu» e un «vattene» gridato dal loggione prima dell’inizio, ma al termine della serata è stato salutato con nove minuti di applausi. Nulla rispetto alla contestazione già annunciata per venerdì alla Carnagie Hall per le sue posizioni notoriamente filogovernative.

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Era stata la Cisl, alla vigilia del debutto, a sollevare il tema dell’inopportunità della direzione di Gergiev con una guerra alle porte: «Il grande maestro non ha mai perso occasione per ribadire la sua vicinanza e la sua amicizia al presidente russo Vladimir Putin. Sarebbe importante se Gergiev, uomo di cultura e, auspichiamo, uomo di pace, volesse lanciare un messaggio di speranza e di pace all’Italia e al mondo da un palcoscenico così importante come quello del Teatro alla Scala», si leggeva in una nota.

Dello stesso parere dunque anche il sindaco Sala: «Credo che vadano benissimo le dichiarazioni a sostegno del popolo ucraino e le manifestazioni. Però bisogna fare di più. Lo dobbiamo fare noi, lo deve fare la politica, e quindi la diplomazia, e lo deve fare il mondo dell’economia».

Nel frattempo, oggi a Milano è previsto alle 18 un presidio pacifista proprio in Piazza della Scala, contro la guerra in Ucraina. «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» dichiarano gli organizzatori (tra cui figurano Anpi, Arci, Acli, Cgil, Cisl e Uil), riportando l’articolo 11 della nostra Costituzione.

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