Lo scontro agli Uffizi. Schmidt: “Il comitato non ci mancherà”. Montanari: “Inutile restare”

Il direttore sul Raffaello prestato a Roma: “Membri dimessi perché politicizzati”. Lo storico dell’arte: “Irrilevante il nostro parere, siamo solo orpelli”

Lo scontro agli Uffizi. Schmidt: “Il comitato non ci mancherà”. Montanari: “Inutile restare”
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27 Febbraio 2020 - 11.56


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Si alza di tono lo scontro sul Raffaello prestato dagli Uffizi alla mostra alle Scuderie del Quirinale dal 5 marzo al 2 giugno con dimissioni del comitato scientifico che aveva incluso il ritratto di Leone X tra le 23 opere “inamovibili” perché identitarie del museo stesso. Restano inconciliabili le posizioni del direttore Eike Schmidt e dei quattro membri, Tomaso Montanari, Donata Levi, Claudio Pizzorusso e l’antiquario Fabrizio Moretti.

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Uffizi, il comitato si dimette per il Raffaello prestato (a sua insaputa): clicca qui per la notizia

Il direttore del museo ci va pesante e ha dichiarato all’ agenzia Agi: “Gli Uffizi e il loro grande lavoro scientifico vanno avanti: questo Comitato, insediato nel giugno scorso e caratterizzato da battaglie politicizzate ed ideologiche, non ci mancherà”. Aggiungendo: “Solo nello scorso anno il museo, con i suoi funzionari e i suoi studiosi, ha realizzato oltre 6.500 pagine di ricerche scientifiche per ben 29 volumi, e ha organizzato quattro convegni di studio. Anche adesso, insieme a tutti i nostri valenti funzionari ed esperti, stiamo portando avanti progetti scientifici di grande valore e continueremo a farlo, comitato scientifico o meno”. Al riguardo rammarica leggere frasi come “non ci mancherà” da parte di un direttore di un museo statale.

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Il nodo del contendere è il seguente: i quattro componenti dell’organo consultivo hanno incluso il dipinto tra le 23 opere “inamovibili” (su molte migliaia) perché rappresentano l’identità degli Uffizi: per capirci, il museo non può stare senza la Venere di Botticelli o il Tondo Doni di Michelangelo così come il Louvre non può privarsi momentaneamente della Gioconda. Un turista che viene dall’altro capo del mondo ha il diritto di vedere le opere principali, no?

Per Schmidt quell’ inamovibile vale solo per l’estero. Quella lista, ha dichiarato, “disciplina l’esportazione dei beni artistici fuori dal territorio a nazionale. Roma non solo si trova all’interno dell’Italia, ma ne è la capitale”. Schmidt giudica le dimissioni “un attacco palesemente strumentale, visto che appena tre anni fa il dipinto, prima del restauro, fu mandato proprio alle Scuderie del Quirinale per una mostra. Allora nessuno (e nessun comitato) ebbe niente da ridire. Ma oggi, evidentemente qualcuno aveva voglia di visibilità a spese di Raffaello e dell’orgoglio italiano”.

Il nuovo comitato però si è insediato nel giugno 2019, non prima. E all’Adnkronos Montanari ha replicato: “Il direttore fa quello che vuole ed è sovrano. Il Comitato Scientifico è un organo consultivo. Ma fra essere consultivi ed essere completamente inutili c’è una certa differenza. Quando vengono approvate delle liste alle quali si deroga senza nessuna motivazione, è evidente che la funzione del Comitato sia vanificata”. Il comitato, ha aggiunto, ha stilato su richiesta di Schmidt una lista “di opere che non si possono muovere dagli Uffizi per ragioni di identità del museo. Liste ‘piccole’ che, con la sua approvazione, vengono definite vincolanti in modo assoluto. Ad ottobre del 2019 abbiamo approvato una prima lista, fatta dal direttore precedente Natali, ma portata al comitato dal direttore Schmidt. L’abbiamo approvata con una formula che non lascia nessuno spazio, dicendo che sono inamovibili. Quando a dicembre il direttore è venuto in Comitato chiedendoci di prestare ‘Ritratto di Leone X’ di Raffaello abbiamo spiegato che non potevamo accettare il prestito neanche volendo”. Se il prestito viene concesso, in barba al parere del comitato e alla lista approvata, allora “la funzione del Comitato è vanificata. Abbiamo posto un problema generale e cioè a cosa servono i Comitati scientifici nel governo dei musei. Sono sostanzialmente degli orpelli che potrebbero essere cancellati. Siccome abbiamo tutti molte cose da fare è inutile perdere tempo in un luogo in cui si è del tutto irrilevanti”.

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In effetti: se il parere del comitato, organo sì consultivo ma scientifico, vale solo quando non contrasta con quello del direttore, perché restare?

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