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Pompei riapre le Case degli amanti e del frutteto

Messo in sicurezza l’edificio degli "amanti": era stato danneggiato dal terremoto dell’Irpinia. Esplorati i cunicoli delle acque. In arrivo altri 50 milioni

Pompei riapre le Case degli amanti e del frutteto
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18 Febbraio 2020 - 19.01


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A Pompei ha riaperto alle visite dopo 40 anni la Casa degli Amanti. Fu scoperta nel 1933, il terremoto dell’Irpinia la danneggiò seriamente. Di questo edificio, si è salvato quasi integralmente il secondo piano: l’unico nella città sepolta dall’eruzione del Vesuvio. Sono terminati i lavori di messa in sicurezza e il parco archeologico ha riaperto anche la Casa della Nave Europa e la Casa del frutteto.
Le hanno inaugurate il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini con il direttore del sito che quando fu nominato impresse una bella nuova direzione al parco, l’archeologo Massimo Osanna.

Nella Casa del frutteto tra pareti dipinte con fiori, alberi, frutta, animali, paesaggi nel verde, scene sacre, le domus hanno un sistema di illuminazione a led realizzato con la consulenza di un ospedale, il Sant’Orsola di Milano: la soprintendenza pompeiana intende applicarlo anche alla Villa dei Misteri e ad altre domus.

Nella Casa degli amanti una scritta sul muro dice: “Gli amanti sono come le api, una vita dolce come il miele”. Il soprintendente Osanna all’Ansa ricorda che a Pompei spesso i padroni delle case facevano prostituire le ancelle nelle loro stesse dimore perché “era una società diversa dalla nostra, i costumi erano più liberi” i pompeiani di allora non avevano “la pruderie di noi contemporanei”.

I lavori e le ricerche a Pompei proseguono infatti senza pause. Pochi giorni fa il sito aveva fatto sapere che con il gruppo di speleologi dell’Associazione Cocceius, il Parco Archeologico di Pompei ha esplorato e studiato i cunicoli e i canali di drenaggio delle acque piovane dell’antica città che attraversavano l’area del Foro, da Porta marina alla Villa Imperiale. Si tratta di 457 metri: con gli speleologi è attiva dal 2018 una convenzione per esplorare e studiate il sistema di drenaggio a partire dal Foro Civile.

“Pompei è una bellissima storia di riscatto e rinascita. Era sinonimo di crolli, di file di turisti in attesa davanti ai cancelli, di incapacità di spendere i fondi, adesso è l’opposto. È un modello nel mondo, come hanno riconosciuto l’Unesco e la stessa Unione Europea”. Ha commentato Franceschini aggiungendo: “I 105 milioni di euro previsti per il Grande progetto Pompei sono stati spesi tutti e bene, adesso abbiamo stanziato altri 50 milioni di euro per proseguire i lavori perché a Pompei i lavori non finiranno mai, ci sono 22 ettari ancora da scavare e la città richiede manutenzione e ricerca continua. I risultati di questi anni sono sotto gli occhi di tutti e il merito va al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno lavorato con impegno e tenacia”.

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