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La Lega non tollera il barcone dei migranti alla Biennale: portatelo via

I leghisti contestano l'installazione "Barca Nostra" di Büchel. Coda di paglia? Anche preludio alle manovre sull’ente veneziano

La Lega non tollera il barcone dei migranti alla Biennale: portatelo via
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9 Maggio 2019 - 15.51


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La Lega non ammette nemmeno memoriali ai migranti morti nel Mediterraneo. Tanto meno se approdano alla Biennale d’arte di Venezia. Perché troppe persone vedranno e penseranno.
Sulle rive dove i veneziani fabbricavano navi, anche da guerra, l’artista svizzero di casa in Islanda Christoph Büchel ha portato all’Arsenale «Barca Nostra», titolo dai molti rimandi assegnato al peschereccio su cui affogarono tra le 700 e oltre mille persone il 18 aprile 2015 a 193 chilometri da Lampedusa e trasformato in memoriale di quelle vittime nella base Nato di Augusta.

«Portino quel barcone sul lago Lemano, a Ginevra, visto che l’idea è di un artista svizzero», ha polemizzato Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale veneto. «Così la Svizzera può riflettere su come accogliere i migranti economici sul suo territorio». Lo ha detto cadendo in un paradosso: la Svizzera rifletta perché l’Italia non deve rifletterci mentre quel barcone obbliga a pensare. Si scaglia contro il barcone anche l’assessore regionale alla cultura e alla sicurezza Cristiano Corazzari affermando che con Matteo Salvini agli Interni «il numero dei dispersi in mare è crollato». Posto che non sappiamo i numeri, i migranti ricacciati o costretti nei campi libici e i reportage parlano tutti di privazioni, torture, soprusi, stupri, ma stando in Libia all’assessore non interessano minimamente.
Riferisce Repubblica su Gianantonio Da Re, leghista di rango e in corsa per un seggio al Parlamento europeo il 26 maggio. Dopo aver rivendicato con orgoglio che non si intende di arte e aver definito l’installazione «una sciocchezza politica» che non vuole nemmeno capire, lancia l’attacco: per recuperare il relitto nel 2016 furono spesi nove milioni di euro e non gli va giù e su chi ha organizzato il trasferimento temporaneo a Venezia, fino al 24 novembre, «scommetto che sono associazioni comunque finanziate dal pubblico». Tutto ciò viene detto anche se l’imbarcazione con squarci non chiama in causa nessun partito, nessun politico, nessuno. Sta lì e basta. Muta ma eloquente.

Anche un parlamentare Cinque Stelle alla Camera veneto, Federico D’Incà, non ha apprezzato: per lui, riporta sempre Repubblica, il barcone dovrebbe essere esposto davanti alla Ue a Bruxelles. Evidentemente quel barcone corrode e rode coscienze, se irrita tanto.
Sarà interessante sentire il parere del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli che domani 10 maggio inaugura il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini all’Arsenale e passerà davanti al barcone installato a riva. Una sua parola avrà un suo significato politico. Sabato come suo dovere istituzionale partecipa all’apertura al pubblico della Biennale e alla premiazione del Leone d’oro. Va detto che il Comitato 18 aprile della cittadina siciliana di Augusta, che si è mosso perché fosse istituito un “giardino della memoria”, ha ringraziato tra le tante istituzioni a partire dal Ministero della Difesa, anche Bonisoli, quindi è lecito aspettarsi il dissenso del ministro rispetto ai colleghi di governo leghisti.

Questi attacchi però dicono anche altro. Ovvero rivelano le prime mosse della Lega su chi guiderà la Biennale di Venezia, l’organismo che organizza anche i festival di cinema, teatro, musica, danza. Il secondo partito di governo critica per il barcone il presidente Paolo Baratta, in scadenza naturale a fine del secondo mandato, e metterà istituzionalmente bocca sulla nomina. Com’è naturale, per qualunque formazione politica governi il Veneto o la città di Venezia. Sono entrambi in mano leghista. Pertanto questi attacchi del Carroccio sono una doppia cartina di tornasole: da un lato rivelano una coda di paglia e una totale intolleranza verso ogni voce che non segua le parole d’ordine leghiste e ogni azione che magari scuota le coscienze; dall’altro possono preludere a mosse strategiche per un cambio di registro. Su quanto accadrà, è tutto da vedere.

Il sito della Biennale d’arte

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