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Quando fare arte è politica: un "Lotto" tour nelle Marche

Dai dipinti dell'artista cinquecentesco radunati a Macerata a un itinerario per chiese e musei, un caso di buona pratica culturale

Quando fare arte è politica: un "Lotto" tour nelle Marche
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26 Dicembre 2018 - 15.18


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Ste. Mi.

Per chi vuol fare un tour d’arte durante le feste, le Marche offrono una bella occasione intorno a Lorenzo Lotto, pittore veneto girovago che nella regione tra l’Adriatico e l’Appennino ha trascorso buona parte della sua vita e gli ultimi anni in povertà a Loreto: la mostra è in corso a Macerata fino al 10 febbraio nei Musei Civici a Palazzo Buonaccorsi, si intitola Lorenzo Lotto: il richiamo delle Marche, l’ha curata Enrico Maria Dal Pozzolo ed è, passateci la definizione fin troppo sfruttata ma stavolta veritiera, un caso di buone pratiche, di buona politica culturale per un turismo via dalla pazza folla. Non dispiace ricordare che amministrazioni comunale e regionale sono a guida centrosinistra. 

Dipinti tornati nel territorio d’origine
Lo storico dell’arte all’università di Verona, uno dei maggiori esperti del pittore vissuto tra il 1480 e il 1556-1557, ha avuto la collaborazione del Prado di Madrid e della National Gallery di Londra dove ha co-curato una doppia mostra di ritratti del Lotto. A Macerata Dal Pozzolo ha raccolto opere da musei come Uffizi, Louvre, Ermitage la Gemäldegalerie del Museo Statale di Berlino che in origine erano nelle Marche e quindi, come dire?, restituisce provvisoriamente alle Marche quanto fu dipinto per queste terre. Tra disegni, documenti, dipinti di Cristi, Madonne e Santi, la mostra comprende, tanto per citare qualche opera, una toccante Natività dalla Pinacoteca di Siena e un perspicace ritratto di un gentiluomo con guanti da una collezione privata. Sull’allestimento potrà dire chi lo ha visto. Ma la tappa maceratese è solo una parte della storia.

Il tour regionale: dove andare
Lo storico dell’arte ha disegnato itinerari nella regione che conservano dipinti di un artista del pieno Rinascimento guardato a lungo come un irregolare e finanche un eccentrico per certe sue scelte formali e stilistiche. Dal Pozzolo e colleghi suggeriscono più tappe “lottesche”: la pinacoteca comunale Podesti ad Ancona, la chiesa di San Domenico a Cingoli, la Pinacoteca comunale di Jesi, la basilica e il Museo pontificio di Loreto (peccato manchi la loro citazione nell’indice), la chiesa di Santa Maria della Piazza a Mogliano, la chiesa di Santa Maria in Telusiano a Monte San Giusto, i Musei civici a Villa Colloredo Mels a Recanati, la Galleria nazionale delle Marche a Urbino, tutti luoghi con il segno pittorico dell’artista.
Il tour suggerito innanzi tutto vuole esaltare il legame di un autore al territorio dove ha operato, perché qui non c’è una mostra impacchettata da qualche altra parte e importata bensì meditata e ragionata sul posto: non a chilometri zero, ma quasi; inoltre, su spinta della Regione, gli itinerari come la mostra stessa inserita nel ciclo “Mostrare le Marche” intendono invogliare turisti e cittadini a riscoprire o scoprire paesi, strade e colline punteggiate da borghi d’incanto e accoglienti anche come rinascita a due anni e mezzo dal terremoto del 2016. Si parla quindi di politica culturale.
È una mostra «di ricerca», come dicono gli studiosi e come rivendica Dal Pozzolo, accompagnata da studi sui dipinti, su chi li commissionò, su un artista nato a Venezia non perfettamente allineato ai canoni prevalenti raffaelleschi o al canone manierista per cui preferì o trovò spazio in provincia, non senza difficoltà, subendo anche rifiuti e vivendo senza la gloria di colleghi come Tiziano. Pertanto Dal Pozzolo ha avuto la mente aperta da chiedere contributi a più studiosi tra cui quell’Alessandro Delpriori, storico dell’arte e sindaco di Matelica che concepì nel 2017 la serie “Mostrare le Marche” insieme alla storica dell’arte Anna Maria Ambrosini.

La cornice vuota, il dipinto contestato
Con catalogo edito da Skira e circa 25 quadri, la mostra nel bell’edificio maceratese riserva due curiosità particolari. Dal Pozzolo espone un piccolo dipinto di un San Girolamo nello studio ripescato dai Musei civici di Bassano del Grappa dopo che, molti anni fa, Vittorio Sgarbi lo aveva declassato a “crosta” e non del Lotto. Il curatore invece lo ritiene opera tarda dell’artista veneto e in un libro, agile e ben documentato, sostiene la sua tesi (Il San Girolamo di Lorenzo Lotto. Storia di una riattribuzione ai Musei di Bassano del Grappa, di Chiara Casarin ed Enrico Maria Dal Pozzolo, 64 pp., ill. col. e b/n, ZeL Edizioni, 2018, € 20,00). Infine a conclusione del percorso espositivo Dal Pozzolo ha voluto la cornice vuota di una Madonna col Bambino e tre angeli che venne rubata dal palazzo comunale di Osimo (Ancona) nella notte tra il 7 e l’8 novembre 1911 e non è mai stata ritrovata.
L’organizzazione è della società Villaggio Globale Internazionale con il Comune di Macerata e la Regione. Il catalogo (296 pp., ill. col. e b/n, 2018, € 36,00) con ricchi apparati di documenti è pubblicato da Skira editore.

Il sito “Lotto nelle Marche”

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