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Appia antica e Mura Aureliane, miti di Roma

Al parco archeologico dell’Appia e all’Ara Pacis due mostre raccontano passato e presente dei monumenti

Appia antica e Mura Aureliane, miti di Roma
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2 Luglio 2018 - 14.59


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Due mostre di foto a Roma mettono a confronto i resti romani, l’antichità, e come la nostra modernità ha vissuto e vive quelle mura, quei ruderi.

Il mito dell’Appia Antica

La mostra “Appia. Self-Portrait” a Santa Maria Nova “dopo i recenti restauri (via Appia Antica 251, fino al 30 settembre) al Parco Archeologico dell’Appia antica racconta “il mito” di questa via nella fotografia d’autore e permette di vedere, restaurato, il Casale di Santa Maria Nova, antica dimora con sale e giardino confinante con Villa dei Quintili. Curano la rassegna Rita Paris con Nunzio Giustozzi, Bartolomeo Mazzotta, Ilaria Sgarbozza, la promuove il Parco Archeologico dell’Appia Antica in collaborazione con Electa.
“L’esposizione, oltre a illustrare la storia del sito di Santa Maria Nova, una delle tenute più vaste della campagna romana situata al V miglio della via Appia Antica, e del suo Casale vuole essere un omaggio a quella che è da sempre considerata, anche nelle arti visive, la regina viarum”, informa Electa. Quindi foto storiche dagli archivi Fratelli Alinari e dell’Istituto Luce, scatti di fotografi come Elliott Erwitt, Milton Gendel, da Ferdinando, spezzoni di film girati lungo questo tratto di Appia e, nella medievale torre di avvistamento, inglobata a Santa Maria Nova, grazie a una app si possono ascoltare racconti su fatti e personaggi vari. Catalogo Electa.
Info: www.parcoarcheologicoappiaantica.it

 

E il mito delle Mura Aureliane

“Walls. Le mura di Roma” invece propone fotografie di Andrea Jemolo, fino
al 9 settembre, al Museo dell’Ara Pacis sul Lungotevere in Augusta, sulle Mura Aureliane: di oltre 12 chilometri, “sono il più grande monumento della Roma imperiale e la cinta muraria urbana più lunga, antica e meglio conservata della storia”. Sono talmente inglobate alla vita urbana che però spesso non le vediamo neppure. Perciò la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, oltre un secolo dopo storiche campagne fotografiche otto-novecentesche, ha commissionato una campagna fotografica integrale sull’intero percorso delle mura, anche nei punti non accessibili al pubblico. Jemolo ha usato una macchina fotografica speciale, una “Sinar a lastre 10×12 cm” in grado di correggere le linee prospettiche che si restringono verso l’alto, e grazie a lunghi tempi di posa”, ottenere “immagini ad altissima definizione” sulle Mura Aureliane. La mostra, A cura di Federica Pirani e Orietta Rossini, propone una scelta di 77 fotografie a colori.
Il catalogo è dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.

Info: www.arapacis.it

 

 

 

 

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