L'archeologo Lippolis stroncato da infarto dopo un'intervista in tv

Lo studioso era stato ospite di Gramellini su Rai3 perché il suo dipartimento alla Sapienza è diventato il primo al mondo. Morto a 63 anni a Milano, uscito dagli studi

L'archeologo Lippolis stroncato da infarto dopo un'intervista in tv
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6 Marzo 2018 - 12.27


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Archeologo, 63 anni, direttore del Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza di Roma, Enzo Lippolis è stato stroncato da un infarto in strada poco dopo essere stato intervistato da Massimo Gramellini su Rai3 nel programma “Le parole della settimana” perché aveva portato alle vette dell’eccellenza scientifica mondiale il dipartimento che prima era al 101esimo posto. E lo ricorda lo stesso giornalista-conduttore sul Corriere della Sera scrivendo che lo studioso era felice per i risultati raggiunti dalle sue ricerche e dal suo lavoro.

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L’agenzia di ranking universitari Quacquarelli-Symonds ha appena piazzato davanti a università come Cambridge (seconda), Oxford (terza) e Harvard (quinta) il dipartimento che Lippolis ha diretto nella classifica internazionale QS negli studi classici. Lippolis aveva appena raccontato il suo lavoro e il riconoscimento ricevuto come direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità (dal 2012) della Sapienza di Roma. È morto dopo aver lasciato gli studi televisivi del programma, a Milano.
Era originario di Massafra (Taranto); viveva a Bologna e lavorava a Roma. La Sapienza manifesta “profondo cordoglio, ricordando l’impegno del docente, la statura dello studioso e le doti umane dell’amico e collega”. Il rettore, Eugenio Gaudio , scrive che Lippolis univa “l’intensa attività di docente a quella di archeologo, che lo aveva visto responsabile di numerose campagne di scavo in Italia e all’estero, a quella di fine studioso, con oltre 200 pubblicazioni a sua firma”.
Per Gramellini, che lo aveva appena avuto come ospite e che aveva intervistato, sul quotidiano ha scritto sul Corriere della sera: “Il bisogno di dare un senso all’incomprensibile ti fa sperare che ogni cuore abbia un numero di battiti preordinato e che Lippolis abbia esaurito i suoi in tempo utile per compiere la missione che gli era stata assegnata”.

L’antica Grecia, Atene e Creta erano tra i suoi interessi primari. Giuliano Volpe, docente di archeologia all’università di Foggia, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, conosceva bene Lippolis. In un ricordo commosso sull’edizione barese di Repubblica cita tra i suoi contributi il volume “La Daunia antica” (Electa 1984), “nel quale Enzo scrisse saggi fondamentali sull’età ellenistica e romana, introducendo elementi di straordinaria novità rispetto agli studi precedenti”, rammenta la mostra del 1984 “Gli ori di Taranto”. E annota tra le doti del collega scomparso: “Enzo, forte di una vasta cultura e di una notevole conoscenza del mondo antico (numerosi gli scavi condotti oltre che in varie località pugliesi, in Italia e in Grecia a Gortina), era dotato di un notevole spirito critico che gli ha consentito sempre di rimettere in discussione cronologie e ricostruzioni storiche tradizionali”. E conclude l’articolo così: “Enzo Lippolis è stato uno dei principali archeologi della Grecia e della Magna Grecia, capace di abbinare ricerca scientifica e didattica di alto profilo all’impegno nelle istituzioni. Per questo nel 2005 gli era stato assegnato il premio alla carriera dell’Accademia dei Lincei e pochi giorni fa il Dipartimento che dirigeva aveva ricevuto quello straordinario riconoscimento. Un risultato che non ha potuto festeggiare e che lascia in eredità al nostro Paese, insieme a una lezione di impegno, passione, rigore etico”.

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