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Leonardo tecnologico: in Italia il manoscritto di Bill Gates

Il fondatore di Microsoft presterà il Codice Leicester per un'esposizione molto particolare agli Uffizi a Firenze

Leonardo tecnologico: in Italia il manoscritto di Bill Gates
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27 Novembre 2017 - 15.34


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Stefano Miliani

 

Leonardo sull’acqua torna in riva all’Arno. Il Codice Leicester di proprietà di Bill Gates che ha i fenomeni acquatici tra gli argomenti affrontati nei suoi appunti dal pittore scienziato rientrerà temporaneamente in Italia: verrà esposto nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi a Firenze dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019 in una mostra con apparati multimediali che permetteranno di sfogliare, virtualmente s’intende, le 72 pagine del manoscritto vergato negli anni fiorentini dal 1504 al 1508 a uso privato. Organizzano l’esposizione il museo fiorentino diretto da Eike Schmidt, il Museo della scienza Galileo guidato da Paolo Galluzzi, il contributo per coprire le notevoli spese (assicurative innanzi tutto) viene dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Il titolo? “Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura”. E sarà una delle numerose manifestazioni che si terranno per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il 1519.

 

Il fondatore di Microsoft nel 1994 comprò il codice dal miliardario Hammer che, quando lo ebbe in meno nel 1980, lo ribattezzò con il proprio nome. Bill Gates gli restituì il nome storico consolidato dall’acquisto, nel 1717 di Thomas Coke futuro conte di Leicester che a sua volta lo comprò da un pittore italiano. Quando il Codice fu esposto a Firenze, nel 1982, richiamò 400mila spettatori in tre mesi. Il manoscritto fu esposto in Italia anche nel 1995, a Palazzo Querini Dubois a Venezia, nel 1995.«La protagonista nel Codice è l’acqua con un’infinità di schizzi, disegni, osservazioni ed esperimenti. Per esempio sull’Arno navigabile. Leonardò da Vinci formula interrogativi a cui dà risposte che sono anche un tentativo di analisi scientifica», spiega Galluzzi, responsabile di un museo scientifico arrivato a prevedere 240mila visitatori in questo 2017. L’artista-scienziato, ricorda lo storico della scienza, non esitava ad affrontare questioni delicatissime: la presenza di conchiglie fossili era considerata prova del Diluvio universale, Leonardo la reputava invece una dimostrazione che la Terra ha subito  profondi e radicali cambiamenti anche fisici e quindi non seguiva la Bibbia. Nei 308 schizzi e disegni tra le annotazioni «gli echi nella pittura sono frequentissimi perché in tutti i suoi quadri sono presenti i fenomeni naturali che studiava anche perché al suo tempo l’artista e lo scienziato erano una stessa cosa, non erano separati come oggi», aggiunge Galluzzi.

Quanto all’esposizione, come visitatori potremo “sfogliare” su schermi digitali le singole pagine del Codice, leggere la scrittura di Leonardo per noi comprensibile (al contrario), selezionare temi e storie tramite il Codescope, uno strumento realizzato dal laboratorio Microsoft di Bill Gates. A proposito: il geniale creatore di Microsoft verrà? «Al momento non lo sappiamo, comunque oggi nessuno raggiunge la fama di Leonardo», taglia corto il direttore tedesco degli Uffizi Schmidt.

 

 

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