“Per noi l’arte non può essere antiumana, nel nostro presente, anzi, cerchiamo di cogliere i fermenti opposti a tanto rassegnato pragmatismo”. Lo disse Renato Guttuso. E al pittore siciliano (Bagheria, Palermo 1911 – Roma 1987), attento alla scena politica e al Partito comunista, a 50 anni dal ‘68 dedica una mostra con 60 opere da collezioni pubbliche e private la Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dal 23 febbraio al 24 giugno.
Fabio Carapezza Guttuso, figlio adottivo del pittore e presidente degli Archivi Guttuso a Torino ha detto che “questo è il momento giusto, nella città giusta, la città di Norberto Bobbio, incline da sempre alla riflessione politica e sociale, e nel museo giusto, la Gam, per organizzare una mostra su Renato Guttuso”.
Il curatore Pier Giovanni Castagnoli (già direttore della Gam) e la direttrice del museo, Carolyn Christov-Bakargiev, hanno rilevato come siano esposti dipinti a tema politico, su comizi o sui funerali di Togliatti, accanto a dipinti a tema più intimo come nudi e nature morte.
Come ricorda la nota stampa, “nell’ottobre del 1967, cinquantesimo anniversario della rivoluzione d’ottobre, Renato Guttuso scriveva su Rinascita, rivista politico-culturale del Partito Comunista Italiano, un articolo intitolato Avanguardie e Rivoluzione, nel quale il pittore riconosceva alla rivoluzione il titolo inconfutabile e meritorio di essere stata il fondamento di una nuova cultura, con la quale profondamente sentiva di identificarsi e che lo induceva a chiudere il suo scritto con l’esplicita professione di fede: “L’arte è umanesimo e il socialismo è umanesimo”.