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Museo inglese ritira quadro perché mostra ragazze nude

Manchester toglie dalle sale un dipinto del preraffaellita Waterhouse (e perfino le cartoline dal bookshop): raffigura ninfe in uno stagno. E dopo le proteste lo riappende in sala

Museo inglese ritira quadro perché mostra ragazze nude
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1 Febbraio 2018 - 19.39


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Stefano Miliani

 

Il dipinto raffigura un gruppo di ninfe che attirano nello stagno un ragazzo. Sono nude. È un quadro preraffaellita, il movimento inglese che vagheggiava una purezza antecedente a Raffaello e raffigurava donne pallide dove la sensualità andava a braccetto con un senso di morte. John William Waterhouse (1849-1917) immaginò il mito del giovane Ila che viene attirato in acqua e scomparirà. Delle fanciulle l’artista mostra il seno, non molto di più. Il resto si intravede nelle trasparenze. Le ninfe sono giovanissime. Non avranno 18 anni. Pertanto sono scandalose? Davvero? Davvero. Tanto è bastato alla Manchester Art Gallery per ritirare il quadro dalle pareti, di togliere perfino le cartoline dal bookshop, e chiedere commenti ai visitatori. La decisione ha scatenato critiche in mezzo mondo. E il museo ha riappeso il quadro alle pareti dopo qualche giorno.

Racconta l’episodio l’esperto d’arte del Guardian Mark Brown. La curatrice d’arte contemporanea del museo, Clare Gannaway, ha assicurato che l’intento non è censurare o “negare l’esistenza di opere particolari” quanto suscitare un dibattito. Il risultato è che il dipinto è stato rimosso perché rappresenta giovani donne nude che attirano un ragazzo in un abbraccio mortale. Le ragazze sono minorenni. Sta lì il guaio? Altro che perbenismo.

Tocca tornare su un argomento già affrontato: se vale un criterio simile per esporre o meno un’opera, se si vuole discutere la legittimità dell’esposizione, coerenza (e non l’ipocrisia) dovrebbe cancellare in blocco l’arte greca e romana, vanno negate, oscurate, infilate nei depositi e spenta la luce. Per non dire di capolavori come la Venere di Tiziano, solo per citare un quadro dalla carica erotica notevole. Al riguardo non servono gli anatemi dell’Isis. In tutta franchezza, riteniamo offensivo – anche verso il pubblico – ritirare un dipinto da un museo con simili motivazioni. Speriamo che qualche risata li sommerga.

 

 

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